Lo sappiamo, tutti voi almeno una volta nella vita avete giocato a Resident Evil. E magari l’avete finito in meno di due ore, senza mai salvare, usando soltanto il coltello di Chris e chi più ne ha più ne metta. Siccome qui a GameSoul siamo dei veri “maestri” di Resident Evil (abbiamo pure qualche morso di zombie sul fondoschiena a testimoniarlo), non potevamo certo lasciarci sfuggire l’attesissima Resident Evil HD Remastered apparsa qualche giorno fa su PC e console di casa Sony/Microsoft. E siccome sappiamo che a parole siamo tutti dei prodigi ma, una volta dentro la Magione Spencer, ce la fa facciamo sotto come delle scolarette al primo appuntamento coi non morti, abbiamo deciso di aiutarvi con i nostri preziosissimi 10 Consigli d’Oro. Che sappiatelo, non vi faranno certo raggiungere i titoli di coda al primo colpo; ma magari, seguendoli, rischierete addirittura di lasciare qualche zombie a digiuno.
No, non è Duck Hunt…
Notizia bomba, Resident Evil HD Remastered è un survival horror. Un survival horror con gli attributi grandi così, tanto per dire, e qualora decideste di affrontarlo ad una difficoltà maggiore di quella “base” sappiate che di munizioni in giro ne troverete ben poche. A meno di non sperimentare tecniche diplomatiche contro Zombie e Tyrant, dunque, la cosa migliore da fare è evitare di sparare come degli indemoniati a qualsiasi cosa si muova e tenersi sempre qualche cartuccia da parte. Potrebbe tornarvi dannatamente utile.
… ma pistole e fucili non li hanno messi mica per niente.
Da che mondo è mondo, darsela a gambe quando la situazione si fa tesa rappresenta la soluzione per antonomasia. E anche in questa Remastered, in molti casi, la fuga è tutto tranne che disonorevole. Peccato che alle volte muoversi in una stanza stracolma di non morti può essere difficoltoso: provate a sparare alle gambe o a “sprecare” qualche colpo sulla carcassa ambulante più fastidiosa: magari non la eliminerete del tutto, ma potrete raggiungere la porta successiva senza essere mordicchiati come dei tacchini arrosto.
Tu sì che sai accendere uno zombie, baby…
Chris e Jill avranno molti difetti, ma non sono alcolizzati. E non bevono nemmeno cherosene, a onor del vero. In questo remake esistono solo due maniere per accertarsi che uno zombie sia davvero “morto”: fracassargli il cranio con un proiettile ben assestato o dargli fuoco. Premesso che alla S.T.A.R.S. non si viene selezionati per la mira, bruciacchiare qualche mostriciattolo prima che si trasformi in un letale Crimson Head potrebbe essere cosa buona e giusta. Certo, usare una tanica capiente piuttosto che la misera fiaschetta da whiskey di Roberto di Holly & Benji non sarebbe stata una brutta idea. Ma oh, questo passa il convento.
La testa ho perso, la testa ho perso (cit.)
Posto che girare con una fiaschetta di cherosene non rappresenta la soluzione ideale per soggiornare in una villa indemoniata, l’unica alternativa possibile per non diventare dei panzerotti ripieni rimane sparare alla testa degli zombie. Il che è una figata solo a parole: se riuscirci con la pistola è pura questione di c**o, con la magnum invece è un colpo quasi sicuro, anche se i relativi proiettili – già scarsi normalmente – latitano. In questo frangente torna utile l’inseparabile fucile: avvicinatevi a sufficienza al malcapitato non morto di turno, mirate verso l’alto, fate fuoco et voilà: la testa del nemico è un variopinto puzzle incollato alle pareti. Essere molto vicini al nemico (Zombie e Crimson Head) è fondamentale, pertanto sarà necessario sparare con un tempismo svizzero. Pena un colpo in meno in canna e uno zombie ferito ma ancora desideroso di abbracci ad un palmo dal vostro naso.
L’erba del vicino è sempre la migliore…
Lord Oswell E. Spencer doveva avere tanti hobby, tra cui probabilmente la botanica: non so a casa vostra, ma da me così tante erbe in technicolor non si erano mai viste. A parte questo, avere a portata di mano un’erba verde quando la situazione si fa delicata può rappresentare la sottile differenza che sussiste tra l’essere quasi morti e l’essere uno snack proteico per mostri geneticamente mutati. Non che il capiente inventario vi permetta di preparare insalate come se piovesse, certo, ma muoversi nella base segreta della Umbrella con un’erba, un mix di più vegetali o, alle brutte, uno Spray di primo soccorso è caldamente consigliato. Specie al primo giro e a difficoltà maggiori.
Questa casa non è un albergo!
L’esplorazione rappresenta una delle componenti principali del gameplay di Resident Evil (l’altra, in realtà, è cercare di sopravvivere). Villa Spencer è bella, calda e accogliente, ma oltre ad essere piena di ospiti è di fatto un labirinto intricato di corridoi e stanze. Stanze che, sappiatelo, possono essere raggiunte anche con percorsi diversi: memorizzare dunque la geometria della Magione è fondamentale, specie qualora voleste raggiungere quel dannatissimo baule pieno di ogni ben di Dio e nella strada “normale” – quella più ovvia, per intendersi – i non morti stanno dando una festa. E quindi o sapete come evitare fastidiosi intoppi, o a portare il cibo ci penserete voi stessi.
Caro diario…
Come tutti voi saprete, per salvare in Resident Evil sono necessarie due cose: una macchina da scrivere e un rullo di inchiostro. Trattandosi di un gioco “particolarmente” bastardo, dovete sapere che tanto delle prime quanto dei secondi non ce ne sono poi molti: e proprio per questo, qualora il vostro obiettivo non fosse quello di finire l’avventura di Chris (e Jill) in meno di tre ore senza mai salvare, il consiglio è quello di salvare. Certo, non troppo spesso, che poi restate senza inchiostro e siete matematicamente fottuti, ma nemmeno troppo di rado, che poi succede che aprite una porta, ci trovate dietro un serpente gigante e quello vi fa pure a fettine. E giusto per dissipare ogni dubbio no, non c’è l’autosalvataggio: al massimo, l’ultima partita caricata. Ed è già una grazia.
Non è un paese per niubbi…
Lo so, siamo ripetitivi, ma per l’ultima volta vogliamo chiarire un concetto: Resident Evil HD Remastered è un gioco tosto. Potremmo dire old school per fare i ganzi, ma la verità è che il capolavoro di Mikami prende bellamente a calci nei denti (come design, come giocabilità e come curva di difficoltà) gran parte delle produzioni horror recenti. Pertanto, se proprio morite dalla voglia di provarlo ma non siete avvezzi al genere del survival horror fate un favore a voi stessi e NON affrontatelo in hard: sarebbero tempo e fatica sprecati, oltre che una condanna al girone degli eretici. A difficoltà normale e nei panni di Chris, questo remake offre un livello di sfida già significativo (tradotto, vi farà sudare l’anima): consigliamo quindi ai neofiti un inizio più edulcorato con Jill e, una volta presa dimestichezza, menare qualche cazzotto coi bicipiti di Redfield.
Invicta, ma chi te conosce!
Di questo ne abbiamo parlato marginalmente nei consigli precedenti, ma per sopravvivere in Resident Evil è fondamentale organizzare il proprio inventario come dei Russi in una partita di Tetris. Scegliere cosa portare e cosa lasciare nel baule non è affatto semplice: tra armi, munizioni aggiuntive, erbe, fiaschetta di cherosene, chiavi e gli item raccolti in giro per risolvere i vari enigmi, l’inventario di Chris (composto da ben 6 slot, contro gli 8 di Jill) è già pieno prima ancora di partire da casa. Il nostro umile (e infallibile) consiglio è quello di girare con una o due armi cariche al massimo e un’erba curativa, lasciando quanto rimane ai numerosissimi oggetti che troverete in giro (manco fossimo dentro ad un “Tutto a 1€”). Poi chiaro, qualora andassimo a boss la risposta esatta è armi, proiettili e spray medico a volontà: ma questo mica ve lo dovevamo dire noi.
Più grossi sono, più ossa riescono a rompere..
L’ultimo consiglio non poteva non riguardare i combattimenti più impegnativi: le boss fight. Non che siano particolarmente numerose in Resident Evil (le potete contare comodamente in una mano), ma vanno comunque affrontate col piglio giusto – anche perché quello che avete di fronte se non è interessato a voi come cibo vuole come minimo ridurvi in un ammasso di mattoncini Lego. Ebbene, a fianco di un equipaggiamento atto alla sfida (leggasi consiglio precedente) prestate attenzione ai movimenti e agli attacchi dei vostri nemici “grossi”: ciascuno di loro presenta degli schemi, dei pattern non impossibili da individuare e che, se sfruttati a dovere, vi permetteranno di uscire sulle proprie gambe senza aver ridotto le Erbe Verdi all’estinzione. Che poi non vi dico nemmeno che è più facile a dirsi che a farsi, tanto quando beccate il Tyrant un paio di volte morite di sicuro.
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